Tacet

Jacopo Giacomoni / Silvia Costa

Tacet è una partitura teatrale che esplora il tempo attraverso il silenzio e la precisione dei corpi. Non ci sono scene, costumi o quinte: solo sei performer, strumenti minimi, metronomi e leggii, strumenti per sondare il tempo e farlo percepire come materia viva. Lo spettacolo nasce dall’idea che la drammaturgia sia una cartografia temporale, mappe per attraversare secondi e pause che solo il teatro sa concedere, un viaggio nella durata e nelle diverse grane con cui il tempo scorre. Ogni movimento è una sezione di sinfonia: allegro, adagio, veloce, autonoma e parte di un tutto, una scultura complessiva del tempo.
Gli interpreti lavorano con il suono e la voce, entrando dentro la struttura e ricamandoci sopra, creando linee che entrano ed escono dai pentagrammi del silenzio. La scena diventa un laboratorio dove il silenzio non è mai vuoto: è misurato, scandito, articolato, prolungato, interrotto, condensato in gesti e pulsazioni, in cui ogni respiro, battito e click all’orecchio concorre a costruire un tempo organico. Con l’aggiunta di una viola da gamba il cui archetto produce solo silenzio, la musica diventa gesto e ripetizione sorda, amplificando la tensione dei corpi e dello spazio.
Tacet è un coro di silenzi che attraversa rituali collettivi e personali, come il minuto di silenzio, e si struttura secondo una geometria precisa: sei linee di silenzi che si incontrano, si sovrappongono o procedono parallele, dove il rumore nasce come interruzione e permette il prolungarsi del silenzio. La forza dello spettacolo risiede nella frizione matematica di sei orologi, sei cuori che battono insieme, sotto gli occhi degli spettatori, creando una presenza che sfugge al tempo, lo sospende e lo rende percepibile nella sua essenza.
Tacet invita a sperimentare, a guardare il silenzio come materia scenica, a vivere il tempo insieme agli interpreti, in un’esperienza immersiva, precisa e radicale, dove il teatro diventa un osservatorio del presente e un laboratorio di durata, memoria e ascolto.

TACET

Testo vincitore del 58° Premio Riccione per il Teatro 2025
Testo vincitore Biennale College Teatro – Drammaturgia Under 40 (2024-2025)

drammaturgia Jacopo Giacomoni
regia Silvia Costa
con Silvia Costa, Jacopo Giacomoni, Gaia Ginevra Giorgi, Renato Grieco,
Elena Rivoltini, Matto Zoppi
musiche Nicola Ratti
luci Andrea Sanson
sculture di scena Plastikart Zimmermann & Amoroso
assistente alla regia Luna Scolari
produzione La Biennale di Venezia, Cranpi, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
con il contributo di MIC – Ministero della Cultura
con il supporto di Istituto Italiano di Cultura, Santiago
in collaborazione con Riccione Teatro, Departamento de Artes Escénicas de la Universidad de Playa Ancha de Valparaíso, Chile

DEBUTTO: giugno 2026

INFO

Cranpi
Antonino Pirillo mob + 39 347 8312141
Giorgio Andriani mob + 39 338 4349819
email direzione@cranpi.com

Bio

JACOPO GIACOMONI
Laureato in Filosofia con una tesi sull’esistenza dei personaggi fittizi, lavora come drammaturgo e performer. Con il testo Tacet vince nel 2025 il 58° Premio Riccione per il Teatro e nel 2024 il Bando Autori di Biennale Teatro. Nel 2023 vince la menzione speciale Franco Quadri del Premio Riccione con il testo È solo un lungo tramonto. Porta avanti una ricerca strutturalista sulla drammaturgia, progettando ordigni spettacolari che accolgono la partecipazione del pubblico e il caso, cercando di costruire esperienze teatrali ludico-rituali che inneschino cortocircuiti con il tempo e lo sguardo di spettatori e performer.
Negli ultimi lavori ha creato dei parassiti drammaturgici che aggrediscono organismi testuali già esistenti, un dispositivo teatrale per eleggere la più grande tragedia dell’umanità, un ufficio teatrale per la celebrazione di un funerale in scena, un gioco per rivivere da zero una seconda vita sul palcoscenico, un esperimento di hauntology teatrale sulla perdita della memoria del padre. Come performer fonde il suo percorso di attore a quello di sassofonista, in una continua esplorazione nel campo dell’improvvisazione libera e dei suoni non idiomatici.

SILVIA COSTA
Diplomata in Arti Visive e dello Spettacolo all’Università IUAV di Venezia. Nel 2006 inizia a lavorare come attrice nella produzione Hey Girl! con la Compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio fondata da Romeo Castellucci, di cui diventa collaboratrice artistica per la maggior parte delle creazioni teatrali e operistiche del regista cesenate. Parallelamente porta avanti i suoi progetti artistici, sviluppando dal 2007 un tipo di teatro visivo e poetico, nutrito da una profonda riflessione intorno al ruolo delle immagini, al loro senso e potere sullo spettatore. Di volta in volta autrice, regista, interprete e scenografa, Silvia Costa è un’artista proteiforme che utilizza questi diversi ambiti estetici per approfondire la sua ricerca teatrale. Nel 2013 è finalista del Premio Scenario con Quello che di più grande l’uomo ha realizzato sulla terra, creazione presentata nel 2014 al Théâtre de Gennevilliers, n cui iniziano le sue prime apparizioni come regista nei teatri francesi dove si instaura una collaborazione costante. Silvia Costa è stata artista associata al Teatro dell’Arte alla Triennale di Milano dal 2017 al 2019 e al Centre Dramatique National d’Angers nel 2019. Dal 2020, fa parte de l’ensemble pluridisciplinaire de la Comédie de Valence. Nel 2019 Silvia Costa inizia a creare le sue proprie regie anche per il mondo dell’opera. Nel luglio 2022 è stata insignita del prestigioso titolo di Chevalier des Arts et des Lettres da Ministero della Cultura Francese.

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